Mercoledì 17 novembre 2021, alle 17:00 nello spazio espositivo della Sala Kounellis di Palazzo Belmonte Riso, sede del Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, si è inaugurata “Senza titolo”, installazione temporanea di Silvia Scaringella a cura di Andrea Guastella. All’inaugurazione del lavoro, in linea con recenti interventi espositivi che hanno messo in dialogo la collezione del museo con la nuova produzione, sono intervenuti il Direttore del Museo, Luigi Biondo, la Direttrice della collezione permanente del Museo Rosaria Raffaele Addamo e il curatore Andrea Guastella.
L’istallazione – una serie di teli dipinti a inchiostro giapponese di misura modulabile disposti al suolo su binari sfalsati – “si accompagna per un attimo alla grande installazione di Kounellis di palazzo Riso, tra la pesantezza degli armadi poveri, comuni e rudimentali, e la leggerezza nell’essere sospesi: un contrasto, uno scontro tra equilibrio e gravità da cortocircuito visivo, di cui l’installazione di Silvia crea l’ombra” (Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona).
“Non vi è, in Kounellis”, osserva il curatore Andrea Guastella, “possibilità alcuna di coesistenza degli opposti, la cui contrapposizione è anzi all’origine della ferita che egli intende suscitare: chi, passeggiando sotto gli armadi, non è stato percorso da un brivido al solo pensiero che i legacci che li reggono possano cedere, e i mobili cadere?
Il suo mondo di macerie compattate è, né più né meno, una gigantesca cattedrale, in attesa di un rito che non si celebrerà.
Gli armadi, è vero, provengono da un contesto familiare; ma l’opera non lascia affatto supporre un risarcimento, un recupero della primitiva funzione. La memoria, come Dio, è morta per sempre. A noi non resta che commemorarne, mestamente, la scomparsa.
Quanto diverso l’approccio di Silvia! In questa sua celebrazione della memoria ritrovata – che cosa accolgono, del resto, i suoi tappeti, se non il Volto Santo, la sacra impronta delle immagini eterne? – è proprio il nero del lutto a dare forma al bianco, a consentirgli di attraversare l’ombra convertendosi in messaggio”.
Silvia Scaringella, ha scritto Claudio Strinati, “vive in sé questa esperienza di condivisione tra arte e scienza che ha assimilato sin dai suoi esordi probabilmente guardando con appassionato acume certi suoi grandi predecessori come Cornelis Escher e, più direttamente a lei vicino, Renato Mambor, da cui ha dedotto un afflato creativo attraverso il quale rielabora, ripropone e radicalmente trasforma un tema ormai profondamente sedimentato nelle nostre coscienze, quello della donna artista che predilige in modo assoluto la plasmazione della materia secondo uno spirito di vera e propria capacità e volontà generatrice. Uno spirito che non può non essere pensato come peculiarità assoluta femminile”.
Nella serata inaugurale, per la regia di Salvo Agria, Noemi Crocilla e Giulia Tartamella hanno eseguito una performance di danza. Un video della performance, realizzato dal regista Salvo Agria, è stato proiettato a ciclo continuo durante l’esposizione.